CREDITI
concept e regia NICOLA DI CHIO, PAOLA DI MITRI, MIRIAM SELIMA FIENO 
con NICOLA DI CHIO, PAOLA DI MITRI, MIRIAM SELIMA FIENO 
voce narrante ALEX CENDRON 
video e riprese VIERI BRINI, IRENE DIONISIO
light design e visual concept GENNARO MARIA CEDRANGOLO, ELEONORA DIANA
produzione LA BALLATA DEI LENNA
produzione esecutiva ACTI TEATRI INDIPENDENTI
sostegno alla produzione HANGAR CREATIVITA', FACTORY COMPAGNIA TRANSADRIATICA, PRINCIPIO ATTIVO TEATRO, ZONA K
in collaborazione con SCUOLA HOLDEN
progetto vincitore BANDO HANGAR CREATIVITA'; BANDO FUNDER 35



1. ABSTRACT
HUMAN ANIMAL prende vita dalla lettura de Il re pallido, ultimo romanzo pubblicato postumo dell’americano David Foster Wallace, dedicato all'eroica quotidianità di un gruppo di funzionari dell'Agenzia delle Entrate di una cittadina di provincia negli USA, con l’intento di indagare la noia, e la capacità/incapacità dell'essere umano di saper sopravvivere alla burocrazia. 
De Il re pallido, romanzo rimasto incompiuto, al seguito del suicidio di DFW, non restano che brandelli di storie non finite in cui possiamo scorgere le esistenze frammentate dei protagonisti, e respirare il tormento di DFW nel tentare a tutti i costi di trovare un senso all’esistenza umana. 
Partendo da qui, attraverso un percorso di immedesimazione con l'autore, Nicola Di Chio, Paola Di Mitri, Miriam Selima Fieno hanno condotto nell'arco di alcuni mesi, una ricerca all'interno di diversi uffici dell'Agenzia delle Entrate del nostro Paese, con l'intento di indagare un mondo che nell'immaginario comune di eroico ha ben poco. Il materiale ha prodotto una drammaturgia originale che gioca con la frammentarietà del romanzo per dar vita ad un docuteatro che dona, assieme allo sguardo degli spettatori, un nuovo senso all'opera.

2. IL PROGETTO ARTISTICO
Da una parte: un ufficio, tre agenti del fisco e un’alluvione appena passata. Dall’altra parte: una sala d’attesa gremita dal pubblico. In mezzo: uno schermo su cui lo spettatore vede proiettato il video-reportage della giornata di lavoro dei tre impiegati intenti a ripulire pratiche e faldoni sporchi di fango.
Cosa significa restare umani nonostante la complessità del vivere quotidiano?
A tentare una risposta è una telecamera, che segue in presa diretta i tre dipendenti e le loro azioni restituendo agli spettatori piani sequenza e primi piani che scavano nell’intimità più profonda dei personaggi. Il pubblico vive la sensazione di occupare un posto privilegiato che consente di poter spiare ciò che nella quotidianità non è ammesso vedere.
La Ballata dei Lenna crea uno spettacolo dove si mescolano realtà e finzione, fiction e non fiction, teatro e real cinema, ripercorrendo alcune delle tematiche chiave della produzione letteraria di DFW. Tra questi codici il corpo dell’attore giostra a negarsi attraverso la bidimensionalità dell’immagine per poi irrompere davanti allo schermo e dichiarare la sua presenza, fatta di carne ed ossa, affermando la propria autorialità dell’opera.
Lo spettatore è invece protagonista di un meccanismo che lo porta a cambiare continuamente il suo ruolo: prima pubblico teatrale, poi pubblico in sala d’aspetto, poi televisivo poi di nuovo teatrale. Fino a dichiararsi un semplice essere umano. Attraverso una rappresentazione in cui esistenza ed oggettività fuoriescono dalle categorie di vero e falso, HUMAN ANIMAL fa vivere un’esperienza unica, tra teatro e arti visive, reinventando sulla scena gli elementi strutturali e letterari di DFW, che diventa alla fine lui stesso osservatore del gioco scenico.

3. DICONO DI NOI
3.1 I PREMI
HUMAN ANIMAL è vincitore di:
•BANDO FUNDER 35 L'IMPRESA CULTURALE CHE CRESCE promosso da promosso da 18 Fondazioni private con il patrocinio di Acri, l’Associazione delle Fondazioni.
•BANDO HANGAR CREATIVITA' promosso da Fondazione Live Piemonte dal Vivo

3.2 LA RASSEGNA STAMPA
«A nostro avviso lo spettacolo rappresenta la creazione più compiuta del gruppo torinese, che ora può considerarsi non più giovane promessa del teatro italiano, ma finalmente una compagine “adulta”».
Per KRAPP'S LAST POST Mario Bianchi

«Ispirato a Il Re pallido di David Foster Wallace, è uno “studio antropologico e tecnico” sull’essere umano, ma anche sull’essere umano a teatro. E' di una piacevolezza rara di questi tempi. Tra le innovazioni, la “diretta audiovisiva”, che mostra gli attori proiettati su uno schermo mentre stanno recitando dietro lo stesso. Distanti ma vicini, attivi e interattivi, profondi e ironici, gli interpreti danno prova di bravura. Inoltre, il gioco ideato facilita il dialogo con lo spettatore, creando effetti a sorpresa che innalzano il grado di consapevolezza di ognuno. Si comprende quale animale strano sia l’essere umano, ma si afferra anche la meravigliosa complessità che sta alla base del fare teatro».
Per PERSINSALA Caris Ienco

«Nella prima parte le immagini in presa diretta, alcune delle quali particolarmente incisive – come quella iniziale e finale di un occhio che si apre e si chiude e le cui palpebre sono riprodotte dalle dita poste in prossimità dell’obbiettivo –, sembrano operare sulle inquadrature con un preciso criterio prospettico che non è difficile collegare per trasposizione a quell’idea di “scelta” evocata nella citazione che apre questo articolo: indicazione, didascalia, occhio letterale e figurato, la loro funzione è plurima, complessa il giusto, senza mai risultare gratuita o inaccessibile».
Per TEATRO E CRITICA Marianna Masselli

«Di spunti invece ne offre molti l’ultimo lavoro della Ballata dei Lenna – Human Animal –, un percorso antropologico e interdisciplinare che, partendo dal concetto di noia, ci mostra le fragilità e i paradossi del nostro stare al mondo. L’impianto narrativo e di indagine ha come modello Il re pallido, l’ultimo romanzo di David Foster Wallace, osannato scrittore che nelle sue pagine incompiute scava nelle noiosissime ma comunque epiche vite di un gruppo di impiegati dell’agenzia tributaria statunitense».
Per PAPERSTREET Nicola Delnero










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